Gio, Nov 13, 2025

ascom logo

Lusetti: "Così aumenterà il contenzioso e diminuiranno i posti di qualità"

Lusetti: "Così aumenterà il contenzioso e diminuiranno i posti di qualità"

L'intervista al Messaggero di Mauro Lusetti, presidente di Conad e vice presidente di Confcommercio sulla sentenza con cui la Consulta ha dichiarato incostituzionale il limite di sei mensilità per il risarcimento dei licenziamenti illegittimi.

"Aumenterà il contenzioso e diminuirà l'occupazione di qualità", avverte Mauro Lusetti, presidente di Conad e vice presidente di Confcommercio con delega al contratto collettivo nazionale del lavoro, riferendosi alla sentenza con cui la Consulta ha dichiarato incostituzionale il limite di sei mensilità per il risarcimento dei licenziamenti illegittimi. La decisione dei giudici, secondo Lusetti, rischia insomma di avere conseguenze pesanti per le imprese e i lavoratori. La norma era già stata oggetto del referendum di giugno.

Il limite a sei mensilità per l'indennità risarcitoria in caso di licenziamento illegittimo nelle piccole imprese e incostituzionale, così ha stabilito la Consulta. Qual è stata la sua reazione quando ha saputo della sentenza?

«Non pesiamo che essere scontenti, perché da una parte questa sentenza introduce un elemento di instabilità laddove, orma da anni, si era consolidata una prassi con i lavoratori, e dall'altra crea disorientamento nelle imprese, che in un contesto già instabile ora hanno un'ulteriore certezza in meno. II quesito numero due del referendum di giugno, dedicato proprio a questo tema, è stato uno di quelli che ha raccolto meno consensi, mi preme ricordarlo».

II limite dei sei mesi era stato concepito per spingere le pmi ad assumere, senza la paura di potersi ritrovare a dover versare indennizzi salati per le cessazioni dei rapporti, anche illegittime. Dopo la decisione della Consulta ci saranno meno assunzioni?

«Non penso, semplicemente perché il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro è troppo importante in questo momento. Nessuno può permettersi oggi il lusso di non assumere manodopera. Come ha ricordato il nostro presidente, Carlo Sangalli, solo nel terziario mancano più di 250mi1a lavoratori. Penso tuttavia che la decisione della Consulta avrà un impatto sulla qualità dell'occupazione. In Italia assistiamo a un continuo proliferare di contratti pirati. Le imprese ora cercheranno una diversa modalità di assumere e i lavoratori saranno meno tutelati. La decisione dei giudici determinerà, stando alle nostre previsioni, un aumento dei contratti a termine. Inoltre apre al ritorno delle false partite Iva».

Ritiene che la tenuta economica e occupazionale del sistema produttivo italiano sia a rischio?

«Non mi spingerei fino a questo punto. Di sicuro assisteremo a un aumento significativo del contenzioso. Veniamo da dieci anni dicostante calo del contenzioso tra imprese e lavoratori. Sul licenziamento illeggittimo abbiamo registrato un calo del contenzioso di oltre il 60% dal 2015 a oggi. Insomma, la conflittualità nelle imprese tornerà a crescere. Di conseguenza le pmi in futuro dovranno affrontare costi che potrebbero mettere in difficoltà i bilanci di molte di loro».

Secondo la Consulta, inoltre, il criterio del numero dei dipendenti non costituisce l'esclusivo indice rivelatore della forza economica dell'impresa e quindi della sostenibilità dei costi connessi ai licenziamenti illegittimi. È d'accordo?

«Nel caso delle Pmi io penso che il numero delle persone impiegate sia molto rilevante, come lo è anche il volume di affari. 11 numero dei dipendenti è uno degli elementi maggiormente qualificanti e rappresentativi della consistenza imprenditoriale». Cosa va fatto per contrastare i contratti pirata? «Per contrastare il fenomeno del dumping contrattuale è necessario un patto importante tra imprese, lavoratori e istituzioni, proprio come è stato fatto in pandemia, altrimenti non si va da nessuna parte. Confcommercio è pronta a sedersi a un tavolo con chi ci sta e discuterne. Le garanzie e le tutele assicurate dai nostri contratti collettivi, complessivamente intese, quindi dal trattamento economico al welfare, fino alle forme di partecipazione già implementate attraverso la bilateralità, costituiscono le fondamenta da cui partire».

tratto da 

Il Messaggero

di Francesco Bisozzi